martedì 6 gennaio 2009

Ho comprato un panettone

Cosa possiamo fare per non inquinare.

Una volta tanto vorrei parlare di qualcosa di positivo, qualcosa che possiamo e dobbiamo fare in prima persona per non andare ad aggravare il problema dei rifiuti. Parto da una cosa piccola piccola che mi è successa ieri mattina: sono andata a fare la spesa del sabato mattina e, siccome siamo sotto Natale, ho pensato di comprare un panettone, tanto per fare festa.

La scelta era vasta: con uvetta, senza uvetta, con i canditi, con le creme, col liquore ecc. ecc. Tutti con confezione che rappresentavano almeno il 30 % del peso totale. Se consideriamo la carta e il cartone usati, gli inchiostri, le colle, gli alberi abbattuti e le spese di trasporto dei materiali, quanto inquina un panettone?

Alla fine ho scelto quello con un semplice sacchetto di (purtroppo) plastica. Risultato, un panettone discreto, poco scarto, prezzo inferiore della metà. Mangiandolo mi sentirò in colpa per le calorie, ma non per l'imballo ingombrante da buttare.

Poi sono passata al banco salumi: nel supermercato dove vado io (grossa catena nazionale) hanno preso l'abitudine di impacchettare ogni salume con la carta col cellophane e poi di infilarlo in un sacchetto a doppio strato plastica-alluminio. Un etto di prosciutti, 150 gr di plastica e carta. Moltiplicate gli etti di affettato comprati in tutta Italia per i giorni dell'anno per le persone, che montagna di cartaccia immensa. Sto cercando di evitare questa schifezza dicendo tutte le volte che non voglio quei sacchetti, guai se me ne scordo.

Altra cosa, quei guantini di plastica che ti fanno mettere quando scegli la frutta e la verdura: dice per non contaminare la merce. Ma perchè, voi non la lavate a casa? Credete che sia roba pulita? Credete che chi la raccoglie o la trasporta metta i guantini?

Insomma, pensate a quanti risparmi si potrebbero fare evitando cavolate e usando la testa nelle piccole cose quotidiane.

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